28 febbraio 2010

27 febbraio 2010

Rivoluzione!!!

In Italia c’è lavoro in qualche punto nero – capita:
ogni volo che finisce sotto a un telo irrita, noi che
qui pure Peppone sa il Vangelo e lo agita, un po’ si
esagita, dopo un po’ si sventola: senti un po’ che
caldo fa… Afa tutto l’anno – più brevemente
“affanno” – non sanno a quale conclusione non
Approderanno. Noi l’Italia siamo e non la stiam
Rappresentando: ciurma! Ai posti di comando!!
Mettiamo al bando i vertici politici con tutti i loro
Complici, amici degli amici di chi ha svuotato i
Conti: incassano tangenti celandosi le fonti e han
Cappucci e cornetti sulle fronti.
Qui si fa la rivoluzione senza alcuna distinzione,
sesso, razza o religione: tutti pronti per l’azione.
Troppi furbetti nel nostro quartierino e tutti ci
intercettano con il telefonino, ci piazzano vallette
nude sopra allo zerbino e paparazzi sui terrazzi del
vicino: ragazzi che casino! Senza via di
scampo, chiusi dentro al plastico di quel villino ci è
venuto un crampo, siamo titolari confinati a bordo
campo, ci fan pagare l’acqua più salata dello
shampoo. Boh? Magari mi sbaglio, ma vedo tutti
quanti allo sbaraglio, meglio darci un taglio… Figli
mai usciti dal travaglio: qui da masticare non ci
resta che il bavaglio.
Qui si fa la rivoluzione senza alcuna distinzione,
sesso, razza o religione: tutti pronti per l’azione.
L’Italia, non lo sai, ha problemi araldici: i baroni
sono pochi e han troppi conti per dei medici. Poi
ha problemi etici, politici, geografici, geologici, ma
i peggio restan quelli genealogici… Visto che la
base del sistema è la clientela e siamo separati
da 6 gradi sì, ma di parentela, maglie di una
ragnatela a forma di stivale, tutti collegati in linea
collaterale come un’unica famiglia in un immenso
psicodramma: sta bravo che altrimenti piange
mamma. Cambio di programma: annulliamo la
rivolta. Abbiamo una famiglia e non dev’essere
coinvolta…
Non si fa la rivoluzione, l’hanno detto in
Televisione… chi c’è andato che delusione! Era
chiuso anche il portone.

24 febbraio 2010

Animanera

Anima che indossa gli individui come guanti in lattice, aderendo come mastice, aspirando ad esser vertice di un vortice che a sua volta aspira ad esser perno di una forbice letale quando gira.
Anima che ha mira per gli altri e ammirazione per sé, anima senza un perché da cui dipendere, con cui combattere per cui soccombere: la cui sola scusa possibile è che nero su nero non sia leggibile.
Incorreggibile. Detta regole ai discepoli a si elegge giudice storpiando il codice: tutto troppo semplice da essere banale ma l'anima continua a prosperare, continua a lievitare, aumentando nel suo crescendo nero, pur di restare \"uno\" imposta tutti gli altri a zero.
Anima di un cero nero pece che brucia senza luce gridando senza voce cercando la sua pace.

Anima Nero sprofondo Libero spettro immondo e muto. Sogno perduto. Breve ricordo mai vissuto.
Anima Mare contrario Stretto sudario m'incatena. Eco e sirena. Remota sconosciuta cantilena.

Anima bruta, non mastica quando inghiotte, ma solo quando sputa, animanera fiuta a scruta, ti valuta ed annota biforcuta, aureola cornuta, t'invita a una bevuta di cicuta.
Animanera lucida ed astuta ci sa fare, capito cosa prendere decide cosa dare: sa aspettare - E' del mestiere - se incomincia poi finisce quando è tardi per scappare.
Anima senza rimorsi, sa prendere e lasciare perdere facendo credere di rinunciare anche per te poi mette un fiocco sugli scarti che intende rifilarti e magnanima regala vuoti a rendere.
Nata per dividere, pratica dl recite - a diriger le tragedie degli equivoci è imbattibile - quando lei ti lascia ti riprende, ti sfrutta e ti confonde, lei che prima butta il sasso e poi te lo nasconde.

Anima Nero sprofondo Libero spettro immondo e muto. Sogno perduto. Breve ricordo mai vissuto.
Anima pena immortale fiato animale smarrimento preda del vento fumo sospiro lascia il fuoco spento

Anima a serramanico che agisce in automatico e quando scatta è il panico: taglia tutto ciò che capita, affondando dritta al cuore, senza dar dolore, senza far morire, senza anestesia e senza alcun presidio sterile ti esegue un'autopsia senza manco farti accorgere, senza emorragia fino a quando non si sfila via e come una marea lascia a riva il tuo cadavere.
Polvere su polvere tu resterai se non farai Ia cernita al più presto tra i tuoi resti e tutto il resto, perché l'anima vuol questo ad ogni costo: lasciarti in quel posto, tornarci e ritrovarti decomposto.
Stormo di granelli prendi il volo, migra via da solo, lascia che sia il vento il tuo ultimo respiro - purché sia davvero libero - che per sopravvivere in quell'attimo ne basta appena un alito.

Anima Nero sprofondo Libero spettro immondo e muto. Sogno perduto. Breve ricordo mai vissuto.

Anima Mare contrario Stretto sudario m'incatena. Eco e sirena. Remota sconosciuta cantilena.

Anima Fuoco di paglia Fradicia spoglia in controluce Sfida veloce Senza riposo e senza voce

Anima Portami via Cara incostante compagnia Pietosa bugia Liquida evanescente scia

Anima mio nascondiglio fragile appiglio abbaglio...

23 febbraio 2010

La nuova Italia

La Nuova Italia è in costruzione. Il
Paese del Fare è in azione. E’ un nuovo
Rinascimento con la TAV, il Ponte di
Messina e le centrali nucleari al posto
del Colosseo e della Basilica di San
Pietro. Costruzioni che superano il
tempo e lo spazio, proprio come le scorie
nucleari. Tutte a carico del bilancio
dello Stato e quindi delle prossime
generazioni. Un padre italiano potrà dire,
con orgoglio, al proprio figlio: “Tutta
questa merda sarà tua insieme al debito
pubblico”. Se è la somma che fa il
totale, quanto ci costano le Grandi Opere
Inutili? Un calcolo approssimativo ci
porta a 4 miliardi cadauno per 5 centrali
nucleari, 5 miliardi per il Ponte, 20 per la
TAV in Val di Susa. 45 miliardi di euro in
tutto, salvo il lievitare dei costi, anche
fino a tre volte, a causa della corruzione
e del pizzo della criminalità. Tutto
sommato un prezzo accettabile per
entrare finalmente nella modernità e per
tenere in vita la Confindustria, le
cooperative rosse e bianche e le mafie.

Beppe Grillo

8 febbraio 2010

L'immunità parlamentare...

“E’ un’offesa alla gente. Un modo per distruggere la fiducia tra i parlamentari e gli elettori. Mi auguro soltanto che i deputati più giovani capiscano di non poter seguire la vecchia strada, che non va da nessuna parte” cosi il liberaldemocratico Nick Clegg commenta le conclusioni cui e' giunta in Gran Bretagna un’inchiesta indipendente, condotta da Sir Thomas Legg, che, dopo lo scandalo suscitato da alcuni servizi del quotidiano Daily Telegraph, ha eseguito una verifica sulle richieste di rimborso spese presentate dai parlamentari inglesi. I risultati sono stati definiti sconcertanti, almeno per i criteri di Oltremanica, secondo i quali i contributi previsti per affrontare le spese per la seconda casa dei parlamentari non residenti a Londra hanno trovato impieghi non del tutto ortodossi. I soldi dei contribuenti sono stati impiegati per mutui inesistenti, per costose ristrutturazioni, e per interi arredamenti. In particolare, nei giardini delle case, la passione tutta britannica per il pittoresco ha trovato sfogo nella costruzione di casette per le anatre e addirittura di un ponte levatoio da Gothic revival, il tutto a carico della comunita', come anche gli svaghi per il tempo libero, comprendenti i film porno della tv via cavo.

Per farla breve, 390 su 752 parlamentari di Westminster dovranno restituire oltre 1,12 milioni di sterline ai contribuenti. Alcuni si sono gia' affrettati a farlo, mentre i ritardatari si vedranno decurtata l'indennita' mensile fino al raggiungimento delle somme dovute. L'inchiesta è costata ai contribuenti piu' della somma recuperata: 1,16 milioni di sterline. In quattro casi sono stati ravvisati gli estremi che giustificano un'incriminazione dei parlamentari da parte della Public Prosecution per aver frodato sulle somme di cui viene chiesta la restituzione. Il direttore della Pubblics Accusa, Keir Starmer, ha reso nota la decisione dei quattro, che rischiano anche sette anni di reclusione, di appellarsi all'immunità loro garantita dal nono articolo del Bill of Rights del 1689, ma ha comunicato che l'applicabilità e l'estensione della pretesa immunità dovra' essere vagliata in tribunale. Intanto hanno già espresso il loro parere in merito alcuni insigni avvocati e giuristi, citati ieri dal Guardian. Hugh Tomlinson, dello studio Matrix, ha detto: "I membri del Parlamento non godono di nessun tipo di immunità dalle normali leggi penali. Reputo improbabile che l'argomento dell'immunità abbia successo perché i presunti reati sono in sostanza solo dei reati comuni, in nulla diversi dal tipo di reato di cui chiunque potrebbe esser accusato nello svolgimento del proprio lavoro". Secondo gli esperti - scrive il Guardian - negli anni recenti e' aumentata la propensione dei tribunali a qualche forma di verifica sui membri del Parlamento, anche se, in questo caso, la decisione di incriminarli potrebbe rivelarsi un sistema per testare la dottrina dell'immunità parlamentare dai processi.

In Gran Bretagna e' il Bill of Rights del 1689 che prevede l'immunità per le parole pronunciate o le azioni compiute in Parlamento (Bill of Rights 1689, Art. 9 : "That the freedom of speech, and debates or proceedings in parliament, ought not to be impeached or questioned in any court or place out of parliament"). La legge sul punto non e' chiara ma, probabilmente, l'immunita' si estende all'attivita' di un membro del Parlamento, se agisce in tale ruolo, anche al di fuori dei palazzi di Westminster. I dubbi sul punto sono gia' stati oggetto di dibattito e un'apposita commissione, nel 1999, aveva concluso i suoi lavori con la raccomandazione al Parlamento di rendere "piu' chiare e meglio definite" le attivita' parlamentari protette da immunita', soprattutto in relazione al reato di corruzione, "poiche' tale reato e' grave e insidioso e puo' essere affrontato efficacemente solo con l'intervento della polizia e dei tribunali, che rappresentano l'unico rimedio e deterrente credibile". Sono ormai passati piu' di dieci anni senza che il Parlamento abbia apportato le necessarie modifiche legislative nel senso auspicato dalla commissione ma, sempre a detta degli esperti, reati come quello di corruzione dovrebbero poter essere ascritti, se del caso, anche ai parlamentari, inquadrandosi tale orientamento nella tendenza sempre piu marcata a esigere che anche i 'rappresentanti del popolo' debbano render conto nei tribunali. Dice Eoin O'Shea, partner dello studio legale LG: "Se oggi un membro del parlamento venisse accusato di corruzione, dubito che potrebbe farsi scudo dell'immunita' parlamentare, salvo forse in casi rarissimi. Ci sono buoni argomenti per affermare che l'immunita' non dovrebbe permettere ai parlamentari di respingere un'accusa di frode contabile, anche se loro sostengono che si tratta di un diritto riconosciuto e che fa parte delle regole". Secondo Michael Smyth, dello studio legale Clifford Chance "nel 1689 c'era una particolare necessita' di introdurre il principio dell'immunita' parlamentare: si trattava di definire i termini del rapporto tra il re ed il parlamento. Ora il quadro costituzionale e' mutato e sarebbe piuttosto difficile convincere il pubblico che il parlamento dovrebbe avere una specie di giurisdizione tutta sua, separata dai normali tribunali".

D'altra parte gli avvocati riconoscono la difficolta' cui si andrebbe incontro chiedendo ai tribunali di prendere in esame regolamenti e procedure interni al Parlamento, la cui violazione e' tuttavia alla base delle accuse di frode contabile mosse ai parlamentari. "Va detto - aggiunge Hugh Tomlinson - che i tribunali sono profondamente riluttanti a mettere il naso nei palazzi di Westminster per vedere che cosa vi accade". Ed, effettivamente, nel 2008, la high court ha definito l'immunità come il mezzo per "evitare ogni rischio di interferenza con la libertà di parola in Parlamento" sottolineando che l'immunità preserva anche "il principio della separazione dei poteri, per cui il potere giudiziario non interferisce e non critica il corso della legislatura". C'e' anche chi ha riesumato un caso dell'anno passato, quando quattro membri della Camera dei Lord furono accusati di aver garantito la loro collaborazione, in cambio di consulenze pagate profumatamente, per portare a buon fine alcuni emendamenti legislativi: Scotland Yard si rifiuto' di condurre un'indagine sul caso perche' l'immunita' parlamentare creava evidenti difficolta' in ordine all'ottenimento delle prove.

O'Shea porta tuttavia nel concreto qualsiasi discussione astratta: "Nel caso attuale saranno i tribunali a dover decidere, ma francamente non capisco tutto questo discutere sull'immunita' parlamentare. Dal punto di vista politico ci si dovrebbe sentire a disagio volendo sfruttare l'immunita' per un caso che non riguarda la liberta' di espressione in Parlamento, ma le personali richieste di rimborso spese di alcuni parlamentari. Non credo che questo approccio fosse nelle intenzioni dei compilatori del Bill of Rights, nel diciassettesimo secolo, e se anche lo fosse stato, oggi dovremmo prenderne le distanze".